Design che plasma l’invisibile

Ancora una volta il Salone del Mobile ha dimostrato di essere molto più di una fiera del design, trasformandosi in un vero laboratorio a cielo aperto

Danila Mancuso

Danila Mancuso

Ancora una volta il Salone del Mobile ha dimostrato di essere molto più di una fiera del design. La città, per una settimana, si è trasformata in un laboratorio a cielo aperto, dove il progetto non è solo estetica ma linguaggio, visione e, sempre di più, esperienza.

Il design non si limita “risolvere” forme, ma cerca di rispondere a esigenze profonde

Questa edizione ha portato con sé un messaggio chiaro. Il design non si limita più a “risolvere” forme, ma cerca di rispondere a esigenze profonde, spesso immateriali. Le installazioni, gli oggetti e i prototipi in mostra parlavano di futuro, sì, ma anche di emozioni, percezioni, nuovi rituali quotidiani.

Il design si fa relazione, invita a entrare, toccare, riflettere.

A fare da contrappunto a tanta innovazione tecnologica, è tornata prepotente la materia, e con essa la memoria.

Nel cuore del design contemporaneo si fa strada un’urgenza nuova: dare forma all’invisibile. Non si tratta solo di creare oggetti, ma di evocare significati, restituire dignità anche agli elementi più nascosti della costruzione. In un presente che oscilla tra memoria e innovazione, costruire l’invisibile significa immaginare il futuro partendo da fondamenta simboliche, profonde. È ciò che accade quando il marmo diventa mattone o quando la luce assume peso scultoreo: il gesto progettuale si trasforma in riflessione, e il design diventa narrazione stratificata, aperta, sensoriale.

Un esempio eloquente è il lavoro dell’interior designer Michael Milesi al Fuori Salone, che nei suoi progetti ha saputo fondere con coerenza l’eleganza formale e una profonda riflessione sul significato della materia.

La lampada “HEA” di Delodecor di Michael Milesi

La lampada “HEA” prodotta da Delodecor, ispirata alle travi metalliche industriali, è stata reinterpretata in marmo. Un oggetto che unisce forza scultorea e leggerezza luminosa, creando un equilibrio tra materia e intangibilità. Ma è con un gesto ancora più radicale che Milesi ha catturato l’attenzione: la progettazione di “Mattone” da costruzione prodotto da Stoneform interamente in marmo, un oggetto apparentemente semplice, ma denso di significati.

In questi progetti, Milesi ha voluto ribaltare l’idea che ciò che sta alla base, nascosto, debba essere “povero” o trascurato. La sua lampada ispirata alle travi di ferro a forma di H e il suo mattone in realizzati in marmo vogliono essere un invito a considerare ogni elemento del costruire – anche il più invisibile – come parte di un pensiero estetico e duraturo. È una riflessione sull’essenzialità, sul lusso non come ostentazione ma come scelta consapevole di qualità, resistenza e bellezza.

Sostenibilità, intelligenza artificiale, materiali rigenerati, biodesign dimostrano come il design non sia più un ambito separato dalla vita, ma uno strumento per interpretarla, migliorarla e stupirci ancora.